penetrazione con giocattoli

Paura del sesso anale: tra pregiudizi e consapevolezza

Seppur la sessualità sia una tematica più apertamente dibattuta rispetto al passato, la sessualità anale è tuttora avvolta da pregiudizi e dogmi socio-culturali ben radicati nel tempo.

I pregiudizi possono aver notevolmente contribuito ad una sperimentazione della sessualità anale inibita ed impaurita. La paura della penetrazione anale può essere interpretata secondo molteplici prospettive perché molteplici sono le situazioni in cui l’atto di far entrare un corpo estraneo all’interno dell’orifizio anale suscita timore ed angoscia.

La paura della penetrazione anale sembra inoltre essere vissuta diversamente fra donne ed uomini poiché la prospettiva dell’uomo appare come meno stereotipata. Questa differenza di vissuto potrebbe ritrovare una spiegazione proprio nella percezione dell’atto di far entrare il pene nell’orifizio anale: se l’uomo penetra, la donna accoglie e nell’accogliere è possibile sperimentare sì piacere ma anche una maggiore sensibilità percettiva ed esperienziale.

Quindi è importante predisporsi alla conoscenza non solo del perché alcuni pregiudizi si siano strutturati nel tempo più di altri ma anche alla scoperta del proprio corpo affinchè possa essere vissuto con serena consapevolezza affinchè anche la sessualità potrà essere percepita e vissuta con maggiore serenità, consapevolezza ed elasticità mentale.

Il sesso anale e, quindi, il rapporto anale consiste in un’attività sessuale che prevede l’inserimento del pene nell’ano. Per quanto i pregiudizi e i tabù siano corroborati e radicati nel tempo e nelle mentalità di ognuno, il sesso anale è un’esperienza che incuriosisce e che molte persone scelgono di sperimentare affinchè il piacere sessuale possa essere interamente e liberamente provato.

Molto spesso il desiderio fra partner di voler sperimentare il sesso anale nasce e scaturisce da una vivida curiosità ma anche da una sensazione immaginifica di trasgressione: la curiosità e la trasgressione sono sensazioni che fra partner vanno accolte senza timore poiché stimolano immaginazione, fantasie ed un piacere sessuale libero da dogmi e pregiudizi.

La sessualità anale risente considerevolmente, più di altre sfaccettature che naturalmente descrivono la sessualità, dei dogmi sociali ma anche religiosi, dei pregiudizi e dei pericolosi tabù che nel tempo l’hanno assimilata ed identificata come immorale, come contro natura, pericolo e sporco.

Infatti diviene considerevolmente funzionale conoscere ed approfondire l’ampia prospettiva dei pregiudizi e dei dogmi che hanno interamente demonizzato il sesso anale: in questo modo, la conoscenza può sia supportare una sana sessualità sia una funzionale nonché empatica interiorizzazione dei timori e delle angosce.

Quando può verificarsi l’angoscia della penetrazione anale

La paura di far entrare il pene nell’ano potrebbe essere sperimentata non solo durante un rapporto sessuale. La paura di far entrare il pene nell’ano può essere percepita e sperimentata anche nei pensieri ed anche nel concretizzarsi di situazioni e azioni che descrivono e fanno parte della vita quotidiana.

La paura può, in tal senso, avere origini più lontane, Sigmund Freud le definirebbe come inconsce, e che, di conseguenza, non possiedono la spinta di emergere e rendersi note alla coscienza. Questo aspetto recondito della psiche motiva e fornisce una spiegazione di quanto alcuni aspetti della vita quotidiana, apparentemente privi di significato o quantomeno di significato sessuale, possano contribuire all’insorgere della paura della penetrazione.

La sessualità anale è molto spesso percepita con difficoltà perché fortemente vittima di un assetto valoriale giudicante: a partire da un’influenza giudaico-cristiana sino ai tabù culturali negativi. Secondo la prospettiva giudaico-cristiana, la penetrazione anale è identificata con un comportamento immorale, anomalo e contro natura: l’ano non è stato pensato e creato come zona potenzialmente erogena. E se a questa prospettiva viene anche aggiunta l’associazione della sessualità anale ad una idea di sporco, dal momento in cui l’ano è una parte del corpo addetta all’espulsione del materiale fecale, è possibile rendersi conto di quanto grande sia la preoccupazione e la diffidenza del vivere un desiderio sessuale.

L’atto di far entrare il pene all’interno dell’orifizio anale potrebbe, sempre secondo alcuni pregiudizi socio-culturali, rappresentare un emblematico comportamento di prevaricazione: è come se l’atto della penetrazione anale giovasse ed arrecasse piacere solo a chi la compie. La comunicazione, insieme al rispetto ed alla sinergia empatica rappresentano gli elementi protagonisti di una sana relazione: è importante esprimere i propri desideri e fantasie al proprio partner ed alla stessa maniera è importante comunicare al proprio partner ansie, paure e preoccupazioni al fine di vivere e condividere una sana e piacevole sessualità.

La zona anale, da un punto di vista anatomico, è considerevolmente innervata dalle terminazioni nervose del nervo pudendo: questa nozione anatomica conferma quanto una adeguata stimolazione della zona anale possa suscitare un intenso piacere sessuale.

Ricorda di praticare sesso sicuro: indossare il profilattico garantisce la completa protezione dalle malattie sessualmente trasmissibili, infezioni che trovano nella sessualità anale una più alta probabilità di contagio nel caso di un rapporto anale non protetto. Allo stesso tempo acquista sempre prodotti di qualità, testando la resistenza di un preservativo prima dell’uso.

Non solo il rapporto sessuale, ma anche situazioni quotidiane possono essere responsabili della paura del dolore, della penetrazione, del giudizio. Ad esempio, alcune persone sperimentano timore nell’inserire una supposta nell’orifizio anale: la paura in questo caso, come in altri che verranno in seguito presentati, è legata alla preoccupazione del dolore che, nella maggior parte delle volte, è immaginato come molto forte.

Anche l’utilizzo dei sex toys è potenzialmente avvolto da un’aurea di pregiudizi e pressioni culturali poiché, in questo caso, ad essere demonizzata è la masturbazione. La masturbazione può assumere molteplici prospettive in base ai desideri ed alle fantasie che la mente ed il corpo di ognuno prova.

Ad esempio, la masturbazione anale può essere praticata attraverso l’utilizzo dei plug anali, ovvero dei giocattoli sessuali utilizzati per l’esplorazione della zona anale e per la sperimentazione di un piacere celato da innumerevoli tabù. Nella maggior parte delle volte si ha paura del dolore che si immagina di provare piuttosto che del dolore che concretamente viene percepito: sicuramente va rispettata la soggettività del dolore poichè ognuno può considerare come dolorosa una stimolazione, a bassa intensità per esempio, che un’altra persona percepirebbe come molto dolorosa.

Sesso anale: dogmi religiosi e statistiche

La sessualità anale è sicuramente influenzata dalla pressione dei dogmi religiosi e della Chiesa.

La relazione restrittiva che vige tra la sessualità, ampiamente intesa, e la religione è mediante da una morale sessuale che, in quanto tale, ha provveduto alla divulgazione di restrizioni e divieti.

Basti pensare a come il coito anale e la masturbazionesiano stati interiorizzati nel corso della storia. La Chiesa sin dai tempi non sospetti si è sempre presentata come istituzione moralizzatrice delle sole unioni eterosessuali perché contemplate per la riproduzione della specie.

Il sesso anale è stato associato dalla Chiesa solo ed esclusivamente ad un rapporto omosessuale, proclamandolo come immorale e contro natura.

La Chiesa ha dimenticato e dimentica tutt’ora quanto l’amore appartenga ad ognuno di noi ed è libero di esprimersi nelle modalità che ogni persona preferisce: la severa moralizzazione che la Chiesa porta avanti da secoli non solo è discriminatoria ma priva di alcun fondamento logico.

Oltre gli emendamenti biblici e granitici, l’amore cresce e si moltiplica, senza esaurirsi, liberamente. Alcune statistiche riportano e confermano la varietà che la sessualità, ampiamente intesa, può assumere.

I dati del Rapporto Censis-Bayer non solo confermano l’essenzialità di una corretta informazione sulla sessualità e sulla contraccezione ma anche quanto il sesso in Italia sia sempre più vario e più frequente. Di seguito, sono riportate alcune percentuali che con precisione stimano i comportamenti sessuali, secondo questa statistica, degli italiani.

Il primo dato che si desidera riportare perché estremamente in linea con quanto esposto sino a questo momento, è la percentuale relativa alle persone che dichiarano di praticare sesso anale.

Il 33,1% delle persone ha dichiarato di praticare sesso anale: un dato puntale ed importante dal momento in cui trasmette una sempre più corroborata conoscenza della sessualità, del proprio corpo e dei così granitici pregiudizi istituitisi nel decorrere del tempo.

Quando la paura della penetrazione diventa fobia

Seguendo una linea molto generica di pensiero e, senza quindi addentrarsi in una digressione più squisitamente psicologica, è possibile affermare che una persona che soffre di fobie sessuali può sperimentare un significativo timore della penetrazione, del rapporto anale, dell’osservazione degli organi genitali ed anche di comportamenti come il baciarsi e/o l’accarezzarsi.

Non è scontato che una persona gradisca essere la protagonista di alcune attenzioni romantiche e/o sessuali: un bacio può suscitare sì emozioni ma anche sensazioni considerevolmente erotiche tale per cui una persona possa esserne turbata al punto di considerarla una fobia.

Ma quando è possibile parlare di fobia sessuale?

Anzitutto fra le cause di una fobia è sicuramente possibile identificare una rigida e severa educazione all’interno della quale il sesso è visto come tabù. Inoltre, è plausibile che fra le cause vi sia un trauma: esso può essere stato causato da un’esperienza infantile traumatica o solo traumatica a causa, ad esempio, di notevoli dimensioni dell’organo gentile maschile. A volte il disagio di avere peni piccoli può rilevarsi una fortuna quando una ragazza è curiosa di sperimentale sesso dal lato b.

Si può parlare di fobia nel momento in cui non vi è consapevolezza e la stimolazione temuta permane nell’assetto inconscio della psiche: in tal senso, il timore ad esempio di abbandonarsi e quindi di smarrire se stessi agisce e si manifesta in molteplici situazioni e comportamenti di una persona me senza che ella ne sia cosciente.

Abbandonare un assetto fobico è possibile attraverso, ad esempio, l’attribuzione della reale motivazione del timore alla stimolazione temuta e scatenante.

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